Oggi nasce a Parma la Scuola di Edith
E’ una giornata bella e importante questa per chi, come molti di noi, ha lavorato tanto perché ci fosse e per chi, amico e sostenitore di questa avventura, è qui con noi per festeggiare.
Oggi nasce a Parma la Scuola di Edith.
Nasce in spazi e luoghi che hanno visto vivere una scuola per tanti anni.
Abbiamo fortemente voluto che una scuola continuasse ad esserci e fosse nello stesso tempo una scuola nuova, capace di rispondere ai bisogni di chi è oggi bambino e bambina e delle loro famiglie.
Chi ha vissuto con noi i tempi che hanno preceduto questo giorno sa che il risultato è frutto di un grande lavoro corale. E il coro dei nostri bimbi ne è importante immagine.
Si è impegnata con forze economiche e umane l’Eidè che sono più di 15 anni che si prepara a questo appuntamento. Quindici anni spesi per accompagnare nella crescita tanti bimbe e bimbi.
L’ha voluto tutta la Parrocchia del Corpus Domini. Abbiamo in mente i volti di tutte le persone che hanno “tifato” perché questa scuola vivesse: il parroco, Don Marco Uriati, che vi ha dedicato tante energie e tanto amore, i membri del consiglio pastorale e degli affari economici, gli amici del bar, quelli dell’oratorio, le catechiste… Uno sforzo grande, anche economico perché sono i fatti quelli che parlano.
L’hanno voluto le Madri Orsoline, che pur nella fatica del discernimento, hanno permesso che questo “sogno” si realizzasse.
La continuità è stata sostenuta anche da tutte le scuole della rete Fidae: un segno grande di amicizia e condivisione di un cammino che spesso per tutti è faticoso.
Anche il territorio ha voluto che questa realtà continuasse: l’Ufficio scolastico provinciale e lo stesso Comune di Parma chiedevano si facesse il possibile perché la scuola rimanesse viva.
Lo hanno voluto le famiglie e i benefattori: è con il loro contributo economico, ma soprattutto di idee, di affetto, di sostegno, di affidamento del loro bene più prezioso, i loro figli, che questa scuola nasce.
E’ stata dunque una operazione “politica” quella che è stata realizzata. Nel senso più alto e più bello di questa parola.
E’ la polis, la qualità dello stare insieme, del tenere vivo e unito quanto ci è stato dato dalle generazioni passate ciò che più ci interessa per poter rispondere, come detto, ai nuovi bisogni che le famiglie, le persone, i bimbi e le bimbe ci pongono.
E’ la realizzazione del sistema pubblico integrato. Una scuola pubblica paritaria che in rete con il territorio, Comune, Scuole, Parrocchia, Volontariato, può, come si diceva nelle intenzioni del 2000 quando questo sistema è stato realizzato fungere da “laboratorio”. Stefano Versari, responsabile delle scuole paritarie nella regione Emilia Romagna, curatore del libro “Le scuole paritarie nel sistema nazionale di istruzione” nel riportare le parole che ispirarono il sistema pubblico integrato scrive “la scuola paritaria è chiamata a porsi all’avanguardia nella ricerca e nella definizione di nuovi modelli educativi di apprendimento, guardando al futuro e superando le resistenze al cambiamento, presenti nella società italiana.
L’obbiettivo più rilevante deve essere una ricerca costante e tenace della qualità dell’offerta educativa: fare cose migliori, di avanguardia, di innovazione, di interpretazione della nuova domanda sociale di cultura e formazione, di sperimentazione costante di modelli, metodi, contenuti epistemologici e culturali”.
Si tratta in sostanza di percorrere un cammino di modernità per stimolare e sprigionare nuove energie educative e per suscitare nei giovani la passione per lo studio: una bella sfida, all’altezza della straordinaria stagione in cui i benemeriti ordini religiosi, monastici e non, inaugurarono la vera scuola di massa, il primo grande processo di socializzazione vera delle giovani generazioni con l’attività educativa, anticipando quella che poi divenne la funzione dello Stato.
Una nuova didattica, inclusiva, cooperativa, quale quella che si propone la scuola di Edith ne è il segno.
Una scuola piccola che però ha uno sguardo grande e lontano. Guarda al quartiere, alla città, all’Italia, all’Europa, al mondo.
Forse non dovrei essere io a dirlo ma permettetemi anche un piccolo, grande ringraziamento a chi in questa scuola ci ha lavorato e continua a lavorarci: chi da una vita come Roberta, chi da pochissimo ma già in maniera significativa come Silvia, le maestre e i maestri (Elisa, Diana, Valentina, Chiara, Caterina, Francesca, Donato) le educatrici del doposcuola (Valeria, Paola, Irene), gli educatori del sabato mattina (Gigo).
Una scuola pubblica paritaria di ispirazione cristiana.
E’ su questa scuola, intitolata a Edith Stein, santa patrona d’Europa che chiediamo la benedizione del nostro Vescovo.